Teresa Mattei



Teresa Mattei (1921-2013) “Non sono solo quella della mimosa”


Teresa Mattei nata a Quarto nel 1921, trascorse l'infanzia tra Varese e Milano.
A 17 anni venne cacciata da scuola e poi radiata da tutte le scuole perché aveva definito vergognose le parole razziste di un professore.
Dal 1938, l’epoca del fascismo, visse da partigiana. Non si è mai tirata indietro, entrò nei GAP (Gruppi Di Azione Patriottica).
Suo fratello, Gianfranco, nel 1944 fu sorpreso dai nazisti e portato in un carcere e per non tradire i compagni si impiccò. Mentre Teresa era in viaggio per Firenze le arrivò la notizia quindi raggiunse i genitori ma fu intercettata dalle SS, che la torturarono ma non riuscirono a sapere nulla. Finita la guerra si candidò per il Partito Comunista Italiano all’Assemblea costituente e ricevette il ruolo di segretaria.
Con Teresa Noce e Rita Montagnana fecero rivolte per un unico obiettivo: emanciparsi da un passato che ha sempre voluto classificarle. La cosa di cui lei andava più fiera era l’Articolo 3 (uguaglianza) , 51 (Pari opportunità nell'accesso agli uffici pubblici) e 98 (ora 106 - Accesso alla Magistratura) perché per questo hanno dovuto lottare e discutere tanto.
L’articolo 98, infatti, poneva una limitazione alle donne che Teresa doveva necessariamente eliminare, infatti fu la prima a chiedere la parola per protestare. Un deputato affermò di non essere contrario all’ingresso delle donne in Magistratura; anzi riteneva che avrebbero fatto un ottimo lavoro, ma altri ritenevano che solo gli uomini potevano mantenere l’equilibrio e quindi essere dei buoni giudici
Una curiosità: siamo nel 1946 e tre amiche, tra cui Teresa Noce, si ritrovano per rianimare la Festa della donna, che era stata soppressa durante il fascismo. Non hanno dubbi. “Niente violette come in Francia, troppo costose, ma mimose. Sono ovunque, sbocciano proprio a fine febbraio e profumano le campagne. Erano già i fiori delle partigiane, sono perfetti, così piccoli ma forti, tutti stretti insieme, come le donne.”
Il 26 Novembre 1947 per Teresa e altre donne, in Assemblea Costituente, è stato approvato un ordine del giorno fondamentale, cioè hanno considerato che l’articolo 48 garantisce a tutti i cittadini di entrambi i sessi il diritto di accedere alle cariche elettive. In questo modo si mettevano a tacere interpretazioni e medievalismi anche se solo il
9 FEBBRAIO 1963 FU SANCITA DEFINITIVAMENTE L’APERTURA ALLA MAGISTRATURA ANCHE ALLE DONNE.
Teresa negli anni successivi si dedicò alla tutela del lavoro minorile e al riconoscimento dei diritti delle donne lavoratrici.
Nel 1947 qualcosa cambiò: in un evento privato Teresa rimase incinta e questo non venne visto di buon occhio dal segretario nazionale del partito con cui Teresa aveva un buon rapporto.
Comunque, nonostante le divergenze, Teresa venne designata per c fare da tramite tra  DC(partito Democrazia Cristiana) e PCI (Partito Comunista Italiano).
Nel dicembre del 1947 Teresa venne incaricata di consegnare al Presidente la Costituzione.
Alle elezioni del 1948 Teresa non si candidò perché le ragazze madri erano guardate male da tutti e perché non avevano rappresentanti in Parlamento.
Lei e il padre del bambino dopo aver chiarito andarono via, a Budapest, dove si sposarono.
Pochi anni dopo fu espulsa dal PCI perché non voleva stare agli schemi rigidi ma dar voce alla verità, interessarsi alle donne e ai problemi del paese.
Teresa ebbe un’altra figlia, ma la gioia durò poco perchè il marito morì di un infarto. A Milano collaborò con una casa di cura, e si risposò, con il secondo marito, tornarono in Toscana ed ebbe altri figli.
Si dedicò all’infanzia, ai cittadini di domani.

LA VITA DI TERESA MATTEI


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