Bianca Bianchi (1914-2000)
Tutti i figli sono uguali
Nasce a Vicchio in provincia di Firenze, il 31 luglio del 1914.
Se dovesse descrivere la sua carriera politica la definirebbe piena di pregiudizi e superficialità da parte dei suoi colleghi, giornalisti e anche dell'opinione pubblica. Tutto questo perché una donna giovane e bella non aveva il diritto di essere ascoltata.
Dal 1939 iniziò a lavorare come docente, proprio quando stava per iniziare la seconda guerra mondiale: Hitler aveva invaso la Polonia, l’Austria e parte della Cecoslovacchia. La Francia e l’Inghilterra avevano capito qual era il piano di Hitler, ovvero conquistare tutta l’Europa e forse il mondo intero. L’Italia era neutrale però era sicuro che Mussolini avrebbe affiancato Hitler.
Quando iniziò a insegnare aveva in mente i principi che le avevano insegnato suo padre e suo nonno: pace, giustizia, uguaglianza, solidarietà che in Italia non erano assolutamente ammessi in quel periodo. Per questo ebbe dei conflitti con il preside della scuola, e se ne andò sia dalla scuola che dall’Italia, per andare in Bulgaria.
Per mesi insegnò l’italiano in un istituto di Cultura. Nel giugno del 1942 rientrò in Italia, facendo propaganda e dedicandosi alla Resistenza anti fascista.
In lei scattò la potente passione per la politica e dopo essere entrata nel Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e aver cominciato a collaborare con alcuni giornali, si candidò alle elezioni del 2 giugno 1946, nel collegio di Firenze-Pistoia. Erano elezioni importanti che avrebbero formato l’Assemblea Costituente; non si sarebbe mai aspettata di ricevere 15mila voti. Essendo stata eletta poteva far parte dell’Assemblea Costituente, per gli standard di quel tempo era troppo giovane, e per giunta una donna. Le fecero firmare una lettera di dimissioni che avrebbero usato se fosse stata troppo indipendente. Al di là di questa minaccia iniziò a svolgere dei lavori per la definizione di una Costituzione.
Bianca parlava per quelli che le avevano dato il voto e parlò di uno dei temi che per lei era uno dei più importanti: la Scuola. Voleva far capire l’importanza dell’educazione per l’Italia uscita dalla guerra.
Nella seduta del luglio 1946, iniziò il suo discorso dicendo che oltre all’economia distrutta, dovevano risorgere anche valori umani, come l’onestà e la libertà. Si dovevano risolvere anche problemi del lavoro perso a causa della guerra, inoltre problemi di fame.
L’Assemblea Costituente fu importante per lei perché imparò molto per il nuovo impegno politico: nel 1948 fu eletta deputata nella prima Legislatura. Si concentrò sulla tematica dei ”figli di NN” ovvero i figli nati al di fuori del matrimonio; erano considerati un disonore, come fossero di ”Serie B”, oppure figli di nessuno. Essendo che la Costituzione non ammetteva nessuna discriminazione, il 4 maggio 1949 intervenne in Parlamento per una proposta di legge per tutelare i figli di NN.
Terminata la legislatura nel 1958 fondò la Scuola di Europa, basata sull’educazione. Solamente nel 1970 tornò in politica, prima come consigliera comunale e poi come vice sindaca di Firenze.
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